Molti dei pazienti che arrivano in studio per disturbi ossessivi, hanno la convinzione che i loro pensieri ossessivi appartengano solo a loro e che agli altri non capiti di pensare certe cose. In realtà, però, il contenuto dei pensieri è uguale per tutti! Tutti noi facciamo pensieri poco etici, immorali o addirittura spaventosi, ma la differenza non la fa ciò che pensiamo ma cosa iniziamo a fare nel momento in cui non accettiamo quel pensiero.
Un pensiero ossessivo è un pensiero che diventa ripetitivo, invadente e spiacevole, e che causa ansia e/o disagio nella persona che lo sperimenta. Questi pensieri possono riguardare eventi, situazioni o persone che sono percepiti come pericolosi o minacciosi. In alcune persone, i pensieri ossessivi possono diventare così intensi da condizionare la vita quotidiana e richiedere un trattamento clinico.
Ecco alcuni esempi di pensieri ossessivi comuni:
Paura di ammalarsi gravemente o di contrarre malattie
Paura di fare del male a qualcuno
Timore di perdere il controllo e compiere azioni inappropriate
Preoccupazione ossessiva per la pulizia e l'igiene personale
Dubbi riguardo alla propria sessualità o identità di genere
Paura di essere giudicati o di fare una figuraccia in pubblico
Preoccupazione riguardo all'ordine e alla simmetria degli oggetti
Timore di dimenticare qualcosa di importante
Paura di essere infedeli o di tradire il partner
Questi sono solo alcuni esempi, ma i pensieri ossessivi possono riguardare qualsiasi cosa e possono variare da persona a persona.
Un pensiero diventa ossessivo quando una persona si concentra eccessivamente su di esso, provocando una grande ansia e stress. Questo accade perché la persona cerca di reprimerlo, censurarlo, eliminarlo o analizzarlo in modo rigido, anziché accettarlo e lasciarlo passare. La rigidità mentale e l'impatto emotivo forte aumentano la frequenza e l'intensità del pensiero, trasformandolo in un'ossessione. Questo può portare a disturbi ossessivo-compulsivi se persiste nel tempo.
No, non tutti hanno pensieri ossessivi. La maggior parte delle persone ha pensieri spiacevoli o negativi di tanto in tanto, ma perché un pensiero diventi ossessivo è necessario che la persona abbia una reazione emotiva forte a quel pensiero e inizi a combatterlo. Questo atteggiamento dà spazio e potere al pensiero e lo rende sempre più invalidante.
La differenza sta nella reazione che una persona ha ai propri pensieri. Una persona con pensieri “normali” (nel senso che poi non diventano ossessivi) è in grado di lasciar andare i pensieri spiacevoli o ansiogeni che sorgono nella propria mente, senza fissarvisi o impegnarsi in comportamenti compulsivi per contrastarli. Al contrario, una persona con pensieri ossessivi ha una reazione intensa e negativa ai propri pensieri, che spesso vengono percepiti come minacciosi o imbarazzanti. Questa persona si sente obbligata a controllare o neutralizzare i propri pensieri tramite comportamenti compulsivi come la ripetizione di azioni o parole, la verifica ripetuta di una situazione o l'elaborazione continua del pensiero. Ciò porta a una perdita di flessibilità mentale e a un peggioramento della qualità della vita.
Esatto, i contenuti dei pensieri ossessivi sono universali e possono riguardare temi comuni come la paura di fare del male a qualcuno, il timore di avere una malattia, il desiderio di essere perfetti, etc. Tuttavia, la differenza risiede nella reazione che ciascuna persona ha a questi pensieri.
Esatto, la soluzione è normalizzarlo sapendo che sono pensieri che riguardano tutti ed evitare di ragionarci sopra perchè così facendo come arrivano se ne vanno. Tuttavia, quando si è strutturato un disturbo questo non basta ed è importante rivolgersi ad un professionista.
"Non devi controllare ogni pensiero che entra nella tua mente. Devi imparare a controllare quelli a cui dai importanza." - Eckhart Tolle