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Paranoia: cos'è, le cause, i sintomi e come si cura

 

La paranoia è una malattia mentale caratterizzata da deliri cronici e si basa su un sistema di "convinzioni", principalmente a tema persecutorio, incoerenti con la realtà. La paranoia non è un disturbo d'ansia, ma una malattia mentale che si basa sulla distorsione della realtà e su errori di valutazione di cui il paziente non è consapevole.

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Le origini della Paranoia

L'etimologia della parola "Paranoia" deriva dal greco παρáνοια, "follia", "insensatezza" termine a sua volta composto da "para", "oltre", e "nous" mente, quindi letteralmente, "oltre la mente".

Già i greci e i romani parlavano di folli riferendosi a tutte quelle persone che manifestavano importanti pensieri paranoici.

Il termine "Paranoia" lo utilizzò per la prima volta Ippocrate, il famosissimo medico, aforista e filosofo greco, che osservò come alcuni pazienti febbricitanti diventassero vittime di delusioni.

Secondo la sempre valida definizione che ne diede E. Kraepelin, la Paranoia è una psicosi caratterizzata dallo sviluppo insidioso di un delirio cronico, sistematizzato, coerente, incrollabile, a lenta evoluzione, con integrità delle restanti funzioni psichiche.

Come si riconosce la paranoia

Ognuno di noi per stare bene deve funzionare in 3 aree:

  • il rapporto con se stesso

  • il rapporto tra sé e gli altri

  • il rapporto con il mondo

Nella paranoia ciò che viene intaccato è il primo punto. Si tratta di una difficoltà che la persona subisce, dalla quale si difende e a cui arriva per sciogliere un dubbio.

Cosa porta alla formazione del pensiero paranoico? Quali sono i sintomi?


Prima fra tutti un'ipersensibilità che porta a percepire la comunicazione non verbale degli altri come dissonante rispetto a quella verbale. Per dirla in altri termini: sento che a parole stai dicendo una cosa, ma nella tua gestualità o espressività percepisco l'esatto opposto, c'è qualcosa che non mi torna, che non mi è chiaro. Ciò viene vissuto come insopportabile e porta subito alla nascita di un dubbio. Il bisogno di fare chiarezza e di capire il fine della comunicazione diventa impellente e dal dubbio si passa alla sospettosità. Quest'ultima non può rimanere sospesa e la persona inizia ad andare alla ricerca di sicurezza, poiché si ha paura di qualcosa di sconosciuto. A questo punto possono essere attivati 2 canali:

  • cognitivo: segni e prove tangibili che portano a pensare che ciò che percepisco esiste

  • sensoriale: me lo sento quindi è vero. Di conseguenza vado alla ricerca delle conferme concrete di ciò che ho sentito

Da qui si strutturano delle credenze (che possono essere diverse da individuo ad individuo) per trovare una spiegazione che dia pace. Si crea un'illuminazione percettiva che porta a dire: “Adesso ho capito” e da questo punto in avanti tutto diventa chiaro.

Ma com'è che diventa chiaro?


Attraverso la narrazione, ovvero raccontando qualcosa a se stesso che crea la convinzione. “ A parole lui mi dice una determinata cosa, ma in realtà il suo fine è un altro, quindi devo stare attento”. Questa caratteristica malevola tipica della paranoia porta continuamente a difendersi e a guardare gli altri attraverso questa lente difensiva. La convinzione che ci sia qualcosa di malevolo crea, però, una reazione. Statisticamente la maggior parte delle volte si tratta di rabbia interiorizzata (quindi non espressa) che si manifesta attraverso varie sofferenze psicologiche ed evitamenti preventivi (la persona evita di fare certe cose, di andare in determinati luoghi, di incontrare delle persone o smette di fare alcune attività che prima faceva). Spesso questi casi vengono erroneamente diagnosticati e trattati come depressione.

Come di distingue il disturbo paranoico dalle semplici "paranoie" quotidiane?

In questi casi dobbiamo immaginare un continuum che va da una sana diffidenza (non essere totalmente ingenui), fino ad arrivare come punto estremo al delirio. Quest ultimo, nel caso dei paranoici, è di tipo cognitivo e caratterizzato da prove concrete. I segnali che il paranoico coglie s'incastrano tutti tra loro come i pezzi di un puzzle perfetto. Non sono presenti allucinazioni come nelle altre psicosi, ma è presente un ragionamento iperlogico. I quesiti vengono tutti risolti seppur allo stesso modo: individuando nell'altro il nemico. La caratteristica della paranoia, infatti, è la presenza di un nemico specifico.

Qual è la logica di questo disturbo?

Al pari di tutti i problemi più severi, la paranoia si struttura e si mantiene sulla logica della credenza. Tutto ciò che è pensato sulla base di questa logica non contempla contraddizioni. Quindi la persona non verifica se quello che pensa è sbagliato, poiché lo sente quindi esiste. Quando la credenza supera una certa soglia si arriva al delirio.

Come si interrompe la logica della credenza?


Attraverso l'utilizzo di prescrizioni che permettono alla persona di trovare in se stessa la contraddizione. Per fare un esempio: se un paranoico ha la convinzione che il vicino di casa lo perseguita, gli chiediamo di fare la ricerca delle prove concrete di questo. Se si tratta di paranoia, così come intesa nell'accezione strategica, e non come disturbo psicotico da DSM, la persona entrerà in contraddizione poiché, proprio cercando dettagliatamente le prove di quanto sostenuto, non ne troverà. Se il paziente, al contrario, trova le prove, allora siamo all'interno del delirio. Quest ultimo richiede tutt'altro tipo d'intervento. In ottica strategica si procede cavalcandolo escludendo la logica della contraddizione. Verrà amplificato il tema del delirio insieme al paziente e questo porterà ad una rottura repentina della comunicazione delirante, che permetterà di iniziare l'intervento terapeutico.

Come evitare che il terapeuta venga visto come l'ennesimo nemico?

Il paranoico arriva in terapia in maniera diffidente e con grande sofferenza con l'obiettivo di difendersi meglio dagli altri. Il paziente paranoico studia il terapeuta per capire se può fidarsi. La comunicazione terapeutica deve essere chiara, non evocativa, non evitante ma neanche particolarmente accogliente. Deve essere pulita. Mettere in dubbio ciò che il paranoico dice è un passo assolutamente sbagliato e per la riuscita della terapia è importante sintonizzarsi con il funzionamento del problema. Solo usando la sua logica si instaurerà una relazione terapeutica. Se il paranoico entra in relazione non lascia più. Altrimenti i drop-out sono molto più frequenti rispetto ad altre patologie.

Come curare la paranoia con la terapia breve strategica?

La Terapia Breve Strategica riporta esiti estremamente positivi nel superamento della paranoia. Seguendo un protocollo specifico diviso in 4 fasi, il terapeuta attraverso un approccio volto a smontare la logica della credenza e introdurre modi differenti di percepire la realtà, guiderà il paziente verso lo sblocco completo del problema. Il lavoro sarà calzato alla tipologia specifica di paranoia e verrà applicato un protocollo ad hoc con prescrizioni che bloccheranno le tentate soluzioni disfunzionali del paziente. Grande importanza sarà data all'alleanza terapeutica, così che il terapeuta possa diventare un punto di riferimento affidabile. A seconda dell'età del paziente e del coinvolgimento del sistema in cui è inserito, potrà essere necessario rendere partecipi i famigliari e guidarli nella comunicazione più giusta ed appropriata. 

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Domande frequenti

  • Cosa fare quando si ha la sensazione di non essere graditi dagli altri?

E' molto frequente provare questo tipo di sensazioni sgradevoli. Se, però, non siamo in grado di metterle in dubbio, oppure esse diventano un parametro per cui “se non mi sento accettato, allora non farò niente per farmi accettare”, si realizzerà esattamente ciò che crediamo. Ricordiamoci che tutto ciò che è creduto esiste e la profezia che si autoavvera, in questi casi, è dietro l'angolo.

  • Il sopravvalutare, in senso negativo, il giudizio degli altri può avere alla base una scarsa autostima?

Assolutamente si. Il paranoico difende se stesso da carenze percepite e non ascoltate. Nell'ideazione paranoica si nascondono sempre le proprie carenze ed è presente una valenza morale di giusto e sbagliato. Se una persona inizia ad evitare certe situazioni o persone per paura del giudizio, la conseguenza sarà un collasso dell'autostima e una difficoltà sempre maggiore ad affrontare ciò che la vita propone.

  • Come comportarsi con una persona paranoica?

Quando siamo difronte ad un paranoico, quello che ci viene in automatico è contraddirlo o spiegargli come e perchè ciò che dice non ha senso. Il problema è che il paranoico si fida di ciò che percepisce e più si cerca di convincerlo del contrario, più s'irrigidirà nella sua credenza. Può arrivare a percepirci come nemici e a diventare anche aggressivo. Non di rado sono persone che reagiscono, denunciano, si sentono perseguitati e danneggiati. Per quanto sia difficile da poter capire ed accettare, dobbiamo partire dal presupposto che il tentativo di convincere la persona affetta da paranoia che si sbaglia, è assolutamente controproducente. Va piuttosto ascoltato e accolto senza contraddirlo. Nei casi più gravi è comunque necessario l'intervento di un professionista.

  • Come smettere di essere paranoico?

Se siamo all'interno di un disturbo, non se ne può uscire da soli ed è necessario un percorso psicoterapeutico (che può anche necessitare di essere accompagnato da una cura farmacologica). Se, invece, si tratta di pensieri paranoici circoscritti a determinate situazioni e della cui infondatezza ci rendiamo conto, allora una buona strategia è quella di cercare conferme reali e concrete di ciò che percepiamo. Non trovandole ci convinceremo sempre di più che sono solo nostri pensieri. Un'altra cosa da tenere a bada sono gli evitamenti. Evitare determinate situazioni o persone perchè ci sentiamo a disagio o ne temiamo il giudizio, nutre la paranoia.

SUGGERIMENTI DI LETTURA:

 

  • Se sei paranoico non sei mai solo! Dalla diffidenza al delirio paranoico.” (Emanuela Muriana, Tiziana Verbitz)

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