La lezione più importante che l'uomo possa imparare in vita non è che nel mondo esiste la paura, ma che dipende da noi trarne profitto e che ci è consentito tramutarla in coraggio.
(R. Tagore)
Nel 2000 l'Oms ha definito il panico - e di conseguenza gli attacchi di panico - come la più importante patologia esistente, poichè colpisce il 20% delle persone. Questo ha molto a che vedere con lo sviluppo della nostra società, che ci fa crescere all'interno di famiglie iperprotettive e ci abitua all'idea che si può tenere tutto sotto controllo. La paura, emozione arcaica e importantissima, così può arrivare a tramutarsi in un'ombra sinistra.
Spesso, chi soffre di panico, ha paura della paura. Ciò che teme, infatti, è poter avere un attacco di panico. Non è così inusuale caderci e potrebbe capitare a chiunque. A volte c'è un evento scatenante, ma più spesso si struttura tutto a livello mentale, senza un episodio specifico riconoscibile. Facciamo un esempio:
Immaginiamo di essere in estate e fa molto caldo. Decidi di entrare in un negozio per comprarti qualcosa di fresco e dissetante. Ti avvicini ai frigo e, a causa dello sbalzo termico, cominci ad avvertire nausea, sudorazione e vertigini. Ti spaventi e ti appoggi ad uno scaffale sperando che tutto passi, così da evitare di svenire e fare una figuraccia davanti a tutti. Dopo un po', fortunatamente, la sensazione passa e decidi di tornare immediatamente a casa.
Da questo momento in poi potrai strutturare un disturbo di panico a seconda di ciò che farai o eviterai di fare.
Se l'indomani tornerai senza problemi in quel supermercato, consapevole che quel brutto episodio si è verificato per un repentino sbalzo termico, tutto sarà come sempre. Al contrario, se inizierai a pensare: "Ok, dato che ieri mi sono sentito male, aspetterò qualche giorno prima di rientrare in un negozio". Oppure: "Vista l'esperienza che mi è appena capitata, magari chiedo a qualcuno di accompagnarmi. Così, nel caso in cui, dovessi sentirmi ancora male, non sarò da solo". O ancora, potresti decidere di andare, ma una volta entrato iniziare ad ascoltarti e a controllare che segnali arrivano dal tuo corpo: "ho la nausea?", "sto sudando?", "mi gira la testa?".
Tutti questi tentativi, soprattutto se combinati tra loro, possono portarti a sperimentare proprio ciò che vorresti evitare: il panico!
E' importante sapere che per parlare di panico dobbiamo sperimentare una sintomatologia che arriva, cresce, raggiunge un picco e decresce fino a scomparire. Il tutto avviene nel giro di 10 minuti e ti lascia completamente inerme. Un vero e proprio tsunami psico-fisiologico. Se, invece, avverti questi sintomi durante l'intero arco della giornata e ti viene anche da piangere, è più probabile che il tuo problema sia un altro. Ci sono, infatti, molti "falsi positivi".
Tutto questo è sempre accompagnato dalla paura di morire o perdere il controllo e impazzire. Quando ci si trova a sperimentare queste terribili sensazioni, cerchiamo di mettere in atto delle strategie di risoluzione. Saranno proprio queste, però, a riportarci all' attacco di panico e a strutturare un vero e proprio disturbo.
Sono 4 le trappole in cui puoi cadere nel tentativo di risolvere.
Se in alcuni disturbi i farmaci sono necessari e molte volte possono essere prescritti nella fase acuta, è anche vero che tamponano i sintomi ma non risolvono il problema. Molti pazienti arrivano da me proprio perchè la terapia farmacologica non funziona più o perchè l'hanno scalata. La verità è che la paura o la si supera in prima persona, o non se ne esce. Nessuno può affrontarla al posto nostro, neanche il farmaco. Si pensa che i sintomi che arrivano e travolgono sono esterni e, in quanto tali, non dipendono da noi. E' più facile delegare la soluzione, quindi, a qualcosa che sia anch'esso esterno, quindi al farmaco. I risultati di alcune psicoterapie, però, sono decisamente maggiori ed efficaci.
La Terapia Breve Strategica riporta il 90% di esiti positivi per la guarigione dagli attacchi di panico. Il tutto al di sotto delle 10 sedute, con una media di 5/7 sedute, in cui già il primo incontro è un colloquio terapeutico a tutti gli effetti. Seguendo un protocollo specifico diviso in 4 fasi, il terapeuta attraverso un approccio prescrittivo e di ristrutturazione, guida il paziente verso lo sblocco completo del problema.
Se vuoi sapere se questo percorso è indicato per te o per un tuo caro contattami al numero +39 338 5898540 e sarò disponibile per valutarlo insieme.